Siamo nell’anno 1000. In quell’epoca si
parlava:
1) Il latino per studiare.
2) Il provenzale per la poesia.
3) Il francese per prosa e conversazione.
Il provenzale, lo diffondevano i
trovatori.
Si denominavano trovatori, perché trovavano
le rime che musicavano col liuto.
I trovatori, provenivano da quella terra
che si distende ad arco sul
Mediterraneo, fra Pirenei ed Alpi.
Castelli, giostre, tornei, gare di
versi, giochi con dame e castellane.
I trovatori, giunsero anche in Italia.
Uno dei più originali fu Rambaldo di
Vaqueiras.
Arrivava in Italia fra il 1185 e il 1189, portava
con sé liuto e giga.
A Genova offriva il suo amore a una bella mercantessa, con
tanto di rime.
La mercantessa non gradiva e lo fece
correre.
In Lunigiana Rambaldo, si accapigliava con il marchese Alberto
Malaspina. Conobbe in seguito tempi duri.
Trovò la sua fortuna alla corte del
Monferrato, grazie al marchese Bonifacio che sguì lealmente in tutte le sue
imprese, compresa la IV° Crociata.
Rambaldo combatté alle porte di
Costantinopoli, in Macedonia e in Epiro.
Dal Marchese Bonifacio, ricevette terre,
rendite ed onori, nel reame di Salonnico.
Rambaldo
amava in segreto la sorella del
marchese Bonifacio, Beatrice.
Beatrice moriva nello stesso anno che
vedeva la partenza di Rambaldo e del fratello per la Terra santa.
Rambaldo finì la sua vita ricco ma
triste per la morte della sua amata Beatrice.
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