Correva l’anno 1994, alla
vigilia di Natale, <<The
Times>> di Londra riportava in prima pagina la sorprendente
dichiarazione del biblista tedesco Carsten
Peter Thiede; “un papiro, ritenuto il frammento più antico del Nuovo
Testamento, è stato ritrovato in una biblioteca di Oxford”. Prosegue il
giornale <<esso fornisce la prima
prova materiale che il Vangelo secondo Matteo è un racconto di un testimone
oculare, scritto da contemporanei di Cristo>>. Questo papiro è il Papiro Magdalen.
Successivamente alla pubblicazione della notizia, questa fece
il giro del mondo: dagli U.S.A.
all’India.
The Times si riferiva a 3 piccoli frammenti
cartacei appartenenti al Magdalen
College di Oxford. Il frammento più grande è di 4,1 cm x 1,3 cm. Su i
due lati dei 3 frammenti sono riportati frasi del XXVI° capitolo del Vangelo di
Matteo. Secondo Thiede questi reperti risalivano alla metà del I° secolo d.C.
ovvero molto vicini alla crocifissione di Gesù Cristo.
La datazione di Thiede,
metteva in discussione l’opinione consolidata secono la quale il piccolo
frammento del II°secolo del Vangelo di Giovanni custodito a Manchester (Biblioteca John Rylands) fosse il
testo più antico dei Vangeli canonici.
La tesi di Thiede portava
alla conclusione che il Vangelo di
Matteo era opera di un testimone oculare dei fatti in esso narrati.
Prima di Thiede, non s’era
mai vista una prova tangibile
che dimostrava che il Vangelo di Matteo, era stato scritto a breve distanza di
tempo dai fatti riportati. Questa scoperta è importante per i credenti e non
solo, la storicità di Gesù Cristo trova ulteriore e definitiva conferma.
(Savino Giacomo Guarino)
P.S.
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