All’orizzonte spuntano altri 1.500
esodati (“esonerati in base alla legge
Brunetta” del 2008) tutti dipendenti di enti locali. Altri 1.500 cittadini
da “salvaguardare”.
A questo punto è interessante ricostruire la vicenda esonerati, perché all’inizio non
c’erano esodati, bensì esonerati.
1) Cinque anni fa durante
il Governo Berlusconi, si vara il
decreto 112 che all’articolo 72, comma 1, definisce una nuova categoria gli “esonerati”. Gli “esonerati” sono dipendenti pubblici che nei 5 anni precedenti il
raggiungimento dei 40 anni di
contributi – potranno richiedere, di essere esonerati dal lavoro, a fronte di una garanzia del 50% della
retribuzione, 70% se faranno volontariato.
2) Nel 2011 cambia lo
scenario, Governo Monti, decreto Salva – Italia del dicembre 2011. Entra in
gioco la riforma delle pensioni, targata
Foriero.
Il precedente “esonero” viene
bloccato, al contempo si stabilisce nel 4 dicembre 2011, l’ultima data utile
per l’applicazione dell’uscita anticipata, garanzia 50% dello stipendio. Il
cambiamento dei parametri pensionistici, comporta per tutti inevitabilmente, il
prolungamento della permanenza al lavoro. E’ evidente il rischio che correranno
coloro che erano esonerati: Restare
senza stipendio – né pensione, in attesa che maturi la loro quiescenza.
3) Alla ribalta un nuovo decreto 11 giugno 2012. Il nuovo decreto consentirà di applicare i
requisiti pensionistici – pre Fornero- agli esonerati. Tutto a posto? Non proprio. Infatti potranno usufruire
di questo nuovo decreto, solo gli “esonerati” dipendenti dai ministeri.
Restano fuori gli “esonerati” dipendenti
dagli enti locali.
----------
I primi esonerati (degli
enti locali) a restare senza entrate, saranno quelli dell’annata 2009. Il
prossimo dicembre 2013, si trasformeranno in esodati con qualche anno di attesa prima di
ricevere il tanto agognato assegno.
Come cittadino mi pongo una domanda: Perché questa differenza di
trattamento, fra esonerati statali
ed esonerati enti locali?
Nessun commento:
Posta un commento