martedì 18 novembre 2014

La Regione Piemonte è in rosso



Una notizia che merita qualche riflessione è la seguente <<La Regione Piemonte è in rosso>>.
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Come comune cittadino nonché contribuente mi domando:Ma come è possibile?
Tutti coloro che si sono alternati alla guida della Regione Piemonte: Consiglieri di maggioranza, Assessori, Governatore, nelle loro scelte hanno fatto riferimento alle normali nozioni di aritmetica, aritmetica che si insegna alle elementari?
In base alle Entrate che stando alla pressa fiscale non sono poche, si sono programmate le uscite?
La massaia con lo stipendio del marito riesce a far quadrare i conti.
In Regione - esiste un bilancio di previsione!
In Regione - esiste un bilancio consuntivo!
In Regione - esistono dei controlli interni!
Mi chiedo quindi come è possibile che i passivi si accumulino sui passivi, senza che si riesca a frenarli?
La politica in parole semplici, si riduce alla gestione del pubblico denaro, da spendere per i vari servizi sociali: Sanità, ecc.
Una azienda in attivo, deve il suo attivo, ad un attento controllo delle spese.
Se la Regione Piemonte è in rosso, debbo supporre che le spese siano state superiori alle ENTRATE.
E’ proprio questo che mi sfugge: Ma è così difficile spendere in base alle entrate?
Non è questione di abolire le Regioni, la questione è di riportarle al ruolo originario previsto dal Costituente nel 1948.
Le Regioni sono diventate dei parlamentini, e i Consiglieri degli onorevolini, questo a mio avviso ha contribuito a una visione politica che non ha dato buoni frutti.
Si deve partire da un drastico ridimensionamento di emolumenti e  benefici dei Consiglieri regionali, vitalizi in primis.
Ogni Ente locale deve cercare di fare quadrare i bilanci.
I tagli da Roma esistono, ma l’Ente locale deve fare la sua parte iniziando a tagliare benefici e retribuzioni, troppo elevate.
Savino Giacomo Guarino.   


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