Il liberismo ritiene che il mercato, lasciato a se stesso,
operi automaticamente. Il mercato sarebbe in grado di auto regolarsi e auto correggersi. Questa convinzione oltre a
dimostrarsi errata, vedere speculatori, porta a distorsioni e disuguaglianze nel
tessuto sociale.
In Italia il trionfo del liberismo mostra i suoi frutti:
Precariato, disoccupazione, emarginazione, nuove povertà. Solo politiche
solidali e riformatrici, possono condurre
il mercato alla ricerca del bene comune. Vorrei concludere ricordando le parole
di Paolo VI° -
contenute nella sua enciclica Populorum Progressio – 61 – “Non che si
debba o voglia prospettare ‘l’abolizione del mercato basato sulla concorrenza:
si vuol soltanto dire che occorre però mantenerlo dentro limiti che lo rendano
giusto e orale, e dunque umano”.
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