Il
debito pubblico italiano è un fenomeno storico ovvero nasce e cresce
nel corso di diversi decenni, Governo dopo Governo e ha riguardato ben 21 Governi e precisamente:
Andreotti
– Cossiga – Forlani – Spadolini – Fanfani – Craxi- Fanfani – Goria – De Mita –
Andreotti – Ciampi – Berlusconi – Dini – Prodi – D’Alema – Amato – Berlusconi –
Prodi – Berlusconi – Monti.
Come
si può facilmente constatare il debito pubblico esiste da molti decenni e nessun Governo
finora, è riuscito a farlo diminuire.
Questo
debito pubblico si
rende evidente con l’emissione da parte dello Stato dei c.d. titoli di Stato:
BOT, CCT, BTP.
Questi
titoli vengono acquistati dai risparmiatori, ai quali lo Stato corrisponderà un
interesse, interesse che chiaramente alimenta lo stesso debito pubblico.
Perché
lo Stato si indebita con i risparmiatori?
Semplicemente
perché lo Stato spende molto di più di quanto riesce ad
incassare. La differenza fra entrate ed uscite lo Stato può coprirla con due
sistemi: Emettendo nuovi titoli di Stato oppure emettendo
nuove banconote.
Una
tesi che piace a molti è la seguente: <<E’ lo Stato sociale (pubblica istruzione – sanità pubblica – assistenza
pubblica – previdenza pubblica) una delle cause della crescita del debito
pubblico; ergo tagliamo lo Stato sociale>>.
I
tagli allo Stato sociale a mio parere sono ingiusti. Ingiusti per i seguenti motivi:
1)
I
lavoratori dipendenti lo Stato sociale se lo pagano, con le
trattenute in busta paga: Trattenute previdenziali e fiscali. Le fiscali sono
di molto superiori a quelle previdenziali.
2)
L’ evasione
fiscale in Italia è quasi pari al debito pubblico. Basterebbe
recuperare buona parte di evasione ed il gioco è fatto.
3)Esiste
un notevole spreco di pubblico denaro, ampiamente
documentato da inchieste televisive e libri sull’argomento. Quello spreco
ha inciso sul denaro pubblico.
Concludo
affermando come semplice Cittadino che
si può tranquillamente combattere il debito pubblico, senza colpire lo Stato sociale.
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