venerdì 2 ottobre 2015

il DEBITO PUBBLICO in Italia

Il debito pubblico italiano è un  fenomeno storico ovvero nasce e cresce nel corso di diversi decenni, Governo dopo Governo e ha riguardato ben 21 Governi e precisamente:
Andreotti – Cossiga – Forlani – Spadolini – Fanfani – Craxi- Fanfani – Goria – De Mita – Andreotti – Ciampi – Berlusconi – Dini – Prodi – D’Alema – Amato – Berlusconi – Prodi – Berlusconi – Monti.
Come si può facilmente constatare il debito pubblico esiste da molti decenni e nessun Governo finora, è riuscito a farlo diminuire.
Questo debito pubblico si rende evidente con l’emissione da parte dello Stato dei c.d. titoli di Stato: BOT, CCT, BTP.
Questi titoli vengono acquistati dai risparmiatori, ai quali lo Stato corrisponderà un interesse, interesse che chiaramente alimenta lo stesso debito pubblico.
Perché lo Stato si indebita con i risparmiatori?
Semplicemente perché lo Stato spende molto di più di quanto riesce ad incassare. La differenza fra entrate ed uscite lo Stato può coprirla con due sistemi: Emettendo nuovi titoli di Stato oppure emettendo nuove banconote. 
Una tesi che piace a molti è la seguente: <<E’ lo Stato sociale (pubblica istruzione – sanità pubblica – assistenza pubblica – previdenza pubblica) una delle cause della crescita del debito pubblico; ergo tagliamo lo Stato sociale>>.
I tagli allo Stato sociale a mio parere sono ingiusti. Ingiusti per i seguenti motivi:
1) I lavoratori dipendenti lo Stato sociale se lo pagano, con le trattenute in busta paga: Trattenute previdenziali e fiscali. Le fiscali sono di molto superiori a quelle previdenziali.
2) L’ evasione fiscale in Italia è quasi pari al debito pubblico. Basterebbe recuperare buona parte di evasione ed il gioco è  fatto.
3)Esiste un notevole spreco di pubblico denaro, ampiamente documentato da inchieste televisive e libri sull’argomento. Quello spreco ha inciso sul denaro pubblico.
Concludo affermando come semplice Cittadino che si può tranquillamente combattere il debito pubblico, senza colpire lo Stato sociale.

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