Sono un convinto fautore dello Stato
sociale. In quanto lo Stato sociale vuole attua in concreto il principio di uguaglianza sostanziale, ovvero
ridurre ridurre le disuguaglianze
sociali.
La lettura dell’art. 3 della nostra Costituzione è molto chiara.
L’art. 3 attende dal 1948 di essere
attuato concretamente!
Lo Stato sociale propone e
garantisce diritti e servizi sociali quali:
Assistenza sanitaria.
Pubblica Istruzione.
Indennità di disoccupazione,. sussidi familiari, in caso di accertato
stato di povertà o bisogno.
Previdenza sociale. (assistenza d'invalidità e di vecchiaia).
Accesso alle risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero).
Difesa dell’ambiente.
Questi servizi gravano sui conti pubblici e formano la spesa sociale.
Le risorse necessarie provengono dal prelievo fiscale.
Dagli anni cinquanta fino agli anni ’80 e ‘90, il sistema dimostrò la sua
validità. Validità messa in discussione con il trionfo del liberismo e la
relativa politica delle privatizzazioni. Dalla metà degli anni ’90 assistiamo
ad un progressivo ridimensionamento dello Stato sociale. Stato sociale che i
cittadini si erano pagati con i loro soldi (trattenute in busta paga, Irpef,…).
L’obiettivo che piace a molti, soprattutto ai fautori del liberismo, affidare
(in tutto o in parte) a gestori privati, servizi come le pensioni (fondi
pensione privati), la sanità,….
Questa scelta, non mi trova per
nulla favorevole, in quanto riduce di molto, il ruolo dello Stato.
Secondo alcuni, lo Stato sociale, pesa troppo sul bilancio dello Stato;
ergo bisogna diminuire drasticamente, la spesa sociale.
Personalmente ritengo che il debito pubblico italiano, non dipenda tanto
dalla spesa sociale.
Il debito pubblico italiano è stato originato da errate scelte di politica
economica + sprechi + previlegi + evasione fiscale.
I lavoratori dipendenti e i
pensionati, lo Stato sociale se lo sono pagato di tasca loro, non gli è stato
regalato da nessuno.
Difendiamo
lo Stato sociale per noi e per i nostri figli.
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