Da sempre, in Italia,
gli interventi sociali ricevono finanziamenti pubblici inadeguati.
Nel 2000 vedevano la
luce i fondi per le politiche sociali
comunali, fondi inferiori a quelli della media europea ed addirittura progressivamente
ridotti nel corso degli ultimi anni, fino a costituire non più dello 0,46% del
PIL.
Infatti, valutato 100 il contributo statale
2008 ai comuni, esso si è ridotto al 58% nel 2010 ed all’8% nel 2013.
Questo drastico taglio provocava una notevole ricaduta sui servizi
sociali territoriali, anche per l’effetto (penalizzante) delle norme europee relative
ai bilanci comunali.
Vi sono due tipi di
aiuti sociali: in denaro o sotto
forma di servizi alla persona. Entrambi
vanno aumentati e non certo diminuiti.
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