I mezzi di comunicazione da diverso tempo, ci informano sui “disperati” che
fuggono da guerre e devastazioni per venire a sbarcare sulle nostre coste.
A questi “disperati”
la mia solidarietà, come uomo e come cristiano.
Tutto
ciò premesso è però importante non dimenticare che anche l’Italia, ha i suoi
disperati:
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Disperati per la perdita del lavoro.
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Disperati perché il lavoro non
riescono a trovarlo.
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Disperati perché esodati, in una situazione
molto incerta.
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Disperati perché non hanno più i
soldi per pagare il loro
mutuo e la loro abitazione finirà all’asta.
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Disperati perché hanno contratto una
patologia degenera_
tiva incurabile e invalidante, che non
permette più loro di lavorare.
Potrei
continuare l’elenco ma penso di aver reso l’idea.
Quello
che mi premeva di dire è che la disperazione
ha molti volti, anche in Italia.
E’
giusto aiutare i <<disperati non italiani>> che fuggono dalla loro
disperazione, è però altrettanto giusto aiutare allo stesso ed
identico modo i disperati che sono nati e cresciuti in Italia.
Aiutiamoli tutti: Nessuno escluso.