A mio modesto avviso esistono due
tipi di politici:
- Politici di professione, più mandati elettorali consecutivi
alle spalle.
- Politici a tempo, uno o due mandati consecutivi alle spalle,
terminati i quali, sono tornati al loro lavoro.
Perché preferisco i politici a tempo?
- Perché permettono un periodico
ricambio delle poltrone.
- Perché svolgendo un lavoro
comprendono meglio i problemi di chi ogni giorno si alza e si reca al posto di
lavoro in fabbrica, ufficio,…
Se non si condividono i problemi, è
difficile trovare soluzioni idonee a risolverli.
Solo la condivisione dei
problemi, avvicina il politico alla gente che lo ha eletto e che lo mantiene al
suo posto.
Nell’agosto del’79 venni assunto
come impiegato in una importante azienda, dopo aver fatto per anni l’operaio.
Trovai dei sindacalisti in distacco
permanente, ovvero mai in ufficio, sempre al sindacato o in saletta sindacale.
Al momento di andare in pensione,
novembre 2012, molti di questi erano ancora distaccati, ovvero non alla
scrivania.
Una domanda: Come potevano questi
signori capire come si vive ogni giorno la realtà del lavoro?
Io facevo il sindacalista, ma di
base: Ovvero di giorno al lavoro, nel tempo libero (sottratto alla mia
famiglia) mi occupavo di sindacato.
Nell’azienda dove lavoravo, i
sindacati firmatari di CCNL avevano agibilità e permessi, il mio sindacato NO.
Non ho mai capito perché in Italia c’è
questa situazione.
In conclusione ecco perché credo
nel politico a tempo e non in servizio permanente effettivo.
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