L’uso dei redditi.
24. Il bene comune esige dunque talvolta l’espropriazione se, per via della
loro estensione, del loro sfruttamento esiguo o nullo, della miseria che ne deriva
per le popolazioni, del danno considerevole arrecato agli interessi del paese,
certi possedimenti sono di ostacolo alla prosperità collettiva. Affermandolo in
maniera inequivocabile, il concilio ha anche ricordato non meno chiaramente che
il reddito disponibile non è lasciato al libero capriccio degli uomini, e che
le speculazioni egoiste devono essere bandite. Non è di conseguenza ammissibile
che dei cittadini provvisti di redditi abbondanti, provenienti dalle risorse e
dall’attività nazionale, ne trasferiscano una parte considerevole all’estero, a
esclusivo vantaggio personale, senza alcuna considerazione del torto evidente
ch’essi infliggono con ciò alla loro patria.
(POPULORUM
PROGRESSIO -LETTERA ENCICLICA - PAOLO VI°)
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