“Se poi si
prende in considerazione anche il resto della loro organizzazione militare, si vedrà che essi posseggono questo sì
grande impero come premio del valore,
non come dono della fortuna.
Infatti non
è la guerra quella che li inizia alle armi, né soltanto nell’ora del bisogno
essi muovono le mani tenute prima inoperose durante la pace, ma invece come se
fossero nati con le armi in pugno, essi
non interrompono mai l’addestramento, né stanno ad aspettare le occasioni.
Le loro
manovre si svolgono con un impegno per nulla inferiore a quello di un vero e
proprio combattimento, che anzi ogni giorno tutti i soldati si esercitano con
tutto l’ardore come se fossero in guerra. Perciò essi affrontano le battaglie
con la massima calma; nessun scompiglio li fa uscire dall’abituale formazione,
nessuna paura li vince, nessuna fatica li abbatte, e ne consegue sempre una sicura vittoria contro gli
avversari, che non sono alla loro
altezza”.
(Flavio Giuseppe – Guerra Giudaica, III, 5, 1)
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