Riporto una lettera di una lettrice, pubblicata su Libero, del 6 agosto 2013, pagina 30; una lettera che trovo sempre attualissima.
<<Parole al vento.
“Pensavo a come sarebbe il
mondo se ci limitassimo a parlare solo quando abbiamo qualcosa da dire. L’ovvio
e la banalità se ne andrebbero a braccetto a girellare nei sentieri
dell’inutile e forse, passando davanti al giardino dell’essenziale, non
coglierebbero il profumo dei suoi fiori. Sparirebbero i sentenziatori, quelli
che sanno sempre come tu ti devi comportare, ma non sempre applicano a se
stessi le regole che sbandierano. Fiorirebbe trionfante, l’elegante fiore
dell’autocontrollo e le tacite ninfee galleggerebbero beate nel placido fresco
laghetto del silenzio. Ma in questo idilliaco spazio…io che sono persona di parola (anzi di molte
parole) non avrei accesso quindi, meglio essere tolleranti e benevoli o almeno
proponiamoci di esserlo>>.
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