I Romani diedero, al contrario dei Greci, grande
importanza a tre settori: Strade, cloache, acquedotti. Tre settori di grande importanza per un impero.
Le strade costruite
dai Romani si riassumono in un numero: 200.000 Km. di lastricato.
Ogni strada era larga
5 metri per permettere a due carri di affiancarsi.
I Romani per misurare
la lunghezza delle strade utilizzavano uno strumento, l’odometro, un piccolo strumento che si metteva ad un asse del
carro; lo strumento era formato da una serie di ingranaggi dentati. Di questo
marchingegno ne hanno parlato: Vitruvio ed Erone alessandrino.
Le strade romane si
suddividevano in: galeratum
(acciottolato), scavate nel tufo, basolato
romano (le più resistenti), Viae
(strade extraurbane), Strata (quelle
interne ad un centro abitato.
La difesa militare
dell’Impero, dipendeva in gran parte dalle strade, era l’esercito ad avere
giurisdizione su di esse.
Le strade erano
indispensabili: allo spostamento delle legioni,
alle poste imperiali, ai carri con le vettovaglie.
Strade non efficienti
avrebbero significato: lenti spostamenti delle truppe, assi e ruote dei carri
che si spezzavano, messaggi non recapitati per tempo.
Una componente
importante delle strade romane era la pietra
miliare (miliarum).
La pietra miliare,
consisteva in una colonna circolare su una base rettangolare, infissa nel
terreno alta 1,50 mt, con 50 cm. di diametro, sulla sua base era inciso il
numero di miglio della strada e più in
alto la distanza dal Foro di Roma.
Nel 20 a.C. Augusto
in qualità di Commissario permanente
alle strade, pose il Miliarum Aureum
(pietra miliare aurea) nel Foro di Roma. Questa pietra
miliare aurea, era una colonna di bronzo dorato e da questa idealmente
partivano tutte le strade; vi veniva riporto l’elenco delle più importanti
città dell’Impero e le relative distanze da Roma.
Nel 44 a.C.
Giulio Cesare ordinava la
predisposizione di un itinerario
generale che comprendesse tutte le strade dell’impero. Questa opera
richiese ben 25 anni di lavoro, concretizzatosi in un itinerario scolpito nella pietra, collocato nei pressi del
Pantheon. Chiunque poteva liberamente copiarne le parti che ritenesse utili.
Nel mondo antico non
si conosce una iniziativa analoga.
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