“Finalmente l’angelo del Signore gli mostrò uno spirito di una bellezza meravigliosa e d’una dolcezza celeste, ma di una tale radiosità e d’una chiarezza sì sfolgorante, chela sua propria era solo un’ombra.
Egli non portava la spada del castigo, ma la palma
del sacrificio e della vittoria.
Mosè
comprese che colui avrebbe compiuto la sua opera e avrebbe ricondotto gli
uomini verso il Padre, colla grazia perfetta e coll’amore perfetto.
Allora il
legislatore si prosternò dinanzi al Redentore, e Mosè adorò Gesù Cristo”.
(I GRANDI INIZIATI, E. SCHURE’,
Gius.Laterza & Figli, Editori, Bari, 1947, pagina 196).
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