lunedì 19 ottobre 2015

Gentiluomini - Gentiluomini- Gentiluomini

Gentiluomini si diventa, non si nasce. Parlano le azioni, non le ricchezze.
Un gentiluomo difende chi non è in grado di farlo.
Un gentiluomo rispetta i sentimenti e le convinzioni del prossimo.
Un gentiluomo è guidato dal proprio senso di giustizia e di correttezza.
Un gentiluomo tratta il prossimo in base al suo valore, non alla sua classe sociale.
Un gentiluomo non si vanta, ma lascia che le sue azioni parlino da sole.
Un gentiluomo non se ne sta con le mani in mano di fronte all’ingiustizia.
Un gentiluomo non chiede a nessuno di fare ciò che non è pronto a fare egli stesso.
Un gentiluomo è responsabile delle proprie azioni.
J. LUNN,  La Rotta del Leopardo,  pag.43,  Ediz. Sonzogno, 2001.
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Sono un accanito lettore e leggo di tutto. Da qualche tempo leggo romanzi che parlano di navi da guerra a vela e di comandanti coraggiosi.
In mare il comandante era il padrone assoluto, giudice unico su tutto e per tutto. Esistevano però comandanti “gentiluomini” che non abusavano del loro comando, ma lo usavano rettamente per il benessere e la salvaguardia della nave e dei marinai che la servivano.
Questi uomini esprimono una forza “buona” sempre pronta a servire ed aiutare i più deboli. I grandi comandanti militare, uno su tutti Giulio Cesare.  
Cesare si preoccupava della vita dei suoi soldati dal primo all’ultimo. Primo ad arrivare sul campo di battaglia ed ultimo  a lasciarlo: Questo contraddistingue il comandante di razza.
In una società dove il più furbo regna ed il profitto è un idolo, è bello riscoprire certi valori, è bello crederci.
Quello che fa di un uomo, un grande uomo, non sono i suoi muscoli o la sua altezza,  ma le sue  AZIONI.

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