Emerge così il significato del lavoro in senso
oggettivo, il quale trova la sua
espressione nelle varie epoche della cultura e
della civiltà. L'uomo domina la terra già per il fatto
che addomestica gli animali, allevandoli e
ricavandone per sé il cibo e gli indumenti necessari, e per il fatto che può estrarre dalla terra e dal
mare diverse risorse naturali. Molto di più, però, l'uomo «soggioga la terra», quando comincia a
coltivarla e successivamente rielabora i suoi prodotti, adattandoli alle proprie necessità.
L'agricoltura costituisce così un campo primario dell'attività economica e un indispensabile
fattore, mediante il lavoro umano, della produzione.
L'industria, a sua volta, consisterà sempre nel
coniugare le ricchezze della terra - sia le risorse vive della natura, sia i prodotti
dell'agricoltura, sia le risorse minerarie o chimiche - ed il lavoro dell'uomo, il lavoro fisico come quello intellettuale. Ciò vale, in un
certo senso, anche nel campo della cosiddetta industria dei servizi, e in
quello della ricerca, pura o applicata.
Lettera Enciclica - LABOREM EXERCENS – Giovanni Paolo II° -1981)
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